Contratto registrato e proprietario punito

  •  Un proprietario registra un contratto di locazione 4+4 e dopo tre anni l'Agenzia delle Entrate gli notifica il mancato rinnovo della tassa di registro, perché l'inquilino recede dopo appena un anno. La bolletta insoluta. E' ora di dire basta!
  • del
  • , aggiornata al
  • , di
  • in

Voglio esprimere, come già fatto in passato, il mio rammarico e la mia rabbia nei confronti dell'Agenzia delle Entrate per le continue vessazioni che noi proprietari subiamo per il semplice fatto di possedere un immobile in locazione.

Abbiamo ricevuto, dopo tre anni, una lettera A/R di avviso liquidazione dell'imposta e irrogazione delle sanzioni dall'Agenzia delle Entrate per l' omesso versamento rinnovo anno 2005 della tassa di registrazione di un contratto di locazione regolarmente registrato.

lettera dell' Agenzia delle Entrate
La lettera A/R dell' Agenzia delle Entrate.


Nell'anno 2004 abbiamo dato in locazione ad un inquilino un nostro alloggio stipulando e registrando un regolare contratto di locazione ad uso abitativo di tipo libero, per un periodo di 4+4 anni come stabilisce la legge 431/98.

Dopo appena un anno di locazione, l'inquilino ci scrive la lettera di disdetta anticipandola di appena due mesi in barba a quanto stabilisce la legge che prevede sei mesi di anticipo. Così l'inquilino se ne va come e quando lo decide lui.

lettera di disdetta-recesso dell'inquilino
La lettera di disdetta e recesso dal contratto da parte dell'inquilino.

Stralcio del contratto registrato
Stralcio del contratto registrato.


Di fronte all'uscita dell'inquilino, noi proprietari non abbiamo più pagato la tassa di registrazione degli anni successivi, lasciando insoluto il rinnovo per l'anno 2005, perché l'inquilino ormai non c'era più, come dimostra la sua lettera di disdetta. Avremmo dovuto pagare la tassa di risoluzione anticipata che viene liquidata con una tassa fissa di 67,00 euro, se non è cambiata.

Ma poiché è l'inquilino che decide di andarsene, oltre tutto senza rispettare i termini di legge, la tassa e la relativa pratica burocratica di notifica risoluzione anticipata all' Agenzia delle Entrate, lo Stato la dovrebbe fare pagare a chi disdice o recede dal contratto, dal momento che la legge gliene dà facoltà.

Invece lo Stato prende l'autostrada, si rifà sul proprietario che, per senso del dovere e del rispetto della legge, ha registrato il contratto e lo "punisce" facendogli pagare una sanzione di 132,03 euro tra tassa, sanzione, interessi e notifica.

Sarebbe ora che lo Stato abolisse questa insulsa tassa di registrazione e/o risoluzione anticipata che costringe il proprietario in una pratica burocratica assurda, perditempo, quando ci sono cose ben più importanti come la famiglia, i figli o i nipotini e la salute da guardare e seguire.

Invece si costringono genitori, nonni di 70-80 anni e passa, molti dei quali impegnati nel lavoro in casa o fuori casa o nell'accudire i figli o i nipotini piccoli al posto dei genitori che lavorano, a correre in banca o alla posta con i modelli F23 in mano e i soldi in tasca a versare l'obolo allo Stato. Per poi correre a intasare l'Agenzia delle Entrate per notificare la fine del contratto locativo.

Si sa che avviare una azione legale nei confronti dell'inquilino nullatenente, solo per fargli rispettare i termini del contratto, non conviene, perché è più il tempo e i soldi che si perdono in spese di avvocato che non quello che si riesce a recuperare.

Per cui conviene lasciare perdere, darsi da fare a cercare un subentrante per fare un nuovo contratto da registrare un'altra volta, ripagare la tassa di registrazione con altri bolli, perdere tempo per la denuncia digos in questura entro le 48 ore, svolgere le altre pratiche burocratiche di segnalazione agli enti Enel, Italgas, Acquedotto, Tarsu, ecc. della cessazione delle utenze che non sempre l'inquilino che se ne va si ricorda di fare. Il tutto nella speranza di essere più fortunati e di trovare un buon inquilino che paghi regolarmente e che si fermi per la durata del contratto e che non ti distrugga la casa.

Per il resto noi proprietari paghiamo come dei fessi, senza essere minimamente tutelati dalle fughe degli inquilini. Rischiamo di trovarci con l'alloggio vuoto per diversi mesi, di pagare le spese condominiali, senza poterle recuperare.

Considerato poi che il proprietario in questione non ha un lavoro regolarmente retribuito e non ha neppure la pensione, pur con una età che supera gli 80 anni, si dovrebbe avere il buon senso di capire come per quel proprietario la continuità locativa di una casa guadagnata con un vita di lavoro e sacrifici, sia di vitale importanza per poter avere un reddito che gli permetta di vivere e di pagare le tasse e l'ICI.

Ma questo non interessa allo Stato.

E' ora di dire basta a queste ingiustizie e vessazioni dove i proprietari di casa pagano e non hanno in cambio alcuna tutela sociale, perché non tutti i proprietari lavorano come lavoratori dipendenti, molti sono pensionati, senza pensione e quindi non usufruiscono delle tutele e delle garanzie sociali previste per i lavoratori dipendenti.

Noi proprietari, visto che paghiamo per il reddito immobiliare, chiediamo a questo punto, di essere tutelati in qualche modo dal rischio di sfitto, visto che la cauzione, spesso, l'inquilino la consuma in pigioni e spese condominiali al termine del contratto.

Bolletta bancaria della pigione insoluta
La bolletta bancaria della pigione restituitaci insoluta dalla banca. La quietanza insoluta non ha la marca da bollo perché essendo una ricevuta bancaria è esente da bolli come viene spiegato qui: http://www.secit.finanze.it/site.php?page=20051213144124887 e come ci ha segnalato il direttore di banca. "7.3 Atti e documenti non più soggetti a bollo. Sempre per richiamare l'attenzione sulla riduzione delle entrate, correlate al bollo, si ricorda che gli atti e i documenti, per i quali l'imposta di bollo non è più dovuta in quanto sostituita da quella sugli estratti conto, sono:
1. i contratti formati dalle banche, sempreché i rapporti e le operazioni che ne derivano siano regolati mediante conto corrente o deposito di titoli; 2. gli assegni bancari; 3. le note, conti, ricevute, quietanze, lettere e altri documenti, anche non sottoscritti, nascenti da rapporti di carattere commerciale, negoziati, ancorché consegnati per l'incasso, presso banche (c.d. ricevute bancarie), sempreché la negoziazione sia effettuata mediante accredito in conto corrente
".

Chiediamo che sia l'Agenzia delle Entrate ad avvisarci delle scadenze annuali in relazione al pagamento della tassa di rinnovo registrazione, come si fa per il bollo auto e per i bollettini ICI, inviando il bollettino precompilato in tempo utile per il pagamento al proprietario e all'inquilino, con l'importo diviso al 50% come previsto per legge, dal momento che il contratto è registrato.

Noi proprietari di casa chiediamo inoltre allo Stato di mettere online i bilanci dello Stato stesso, delle Regioni, delle Provincie e dei Comuni e di ogni ente statale, perché è nostro diritto, come di ogni cittadino contribuente, sapere dove vanno a finire i soldi che paghiamo in tasse.