Lo squallore di un altro sfratto

  •  L'anno scorso, a maggio, ho assistito allo squallore di un altro sfratto per morosità di un appartamento in un condominio. L'alloggio è rimasto squallidamente vuoto con i muri che riflettevano l'eco della voce. Dell'inquilino più nessuna traccia, i ricordi di una vita consegnati al destino di un rigattiere.
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L'anno scorso, a maggio ho assistito allo squallore di un altro sfratto per morosità di un appartamento in un condominio.
Erano il proprietario e il suo inquilino moroso titolari di un contratto di locazione, con loro l'avvocato del proprietario, il fabbro e l'ufficiale giudiziario del tribunale.

Per fortuna era presente l'inquilino che ha aperto l'alloggio, così il fabbro è entrato senza forzare la porta e ha potuto cambiare la serratura senza fare danni alla porta e agli infissi.

Dentro all'alloggio c'era ancora tutto il mobilio con le suppellettili ricoperte di polvere, molta sporcizia, libri, riviste, giornali vecchi di mesi, segno evidente che l'inquilino non ci abitava più da tempo.

L'ufficiale giudiziario ha chiesto all'inquilino quanto tempo gli necessitava per portarsi via tutte le sue cose e d'accordo con lui gli ha ancora concesso 20 giorni per eseguire lo sgombero, previo appuntamento con il proprietario per potergli aprire.

L'ufficiale giudiziario non ha nemmeno fatto l'inventario, ma ha fatto un rilievo veloce di tutto quello che c'era rimasto nell'alloggio, stilando alla fine un verbale in cui si dichiarava che tutto il materiale rinvenuto era privo di valore.

Scaduto il tempo concesso all'inquilino per portarsi via la sua roba, il proprietario era autorizzato a liberare l'alloggio. Il verbale è stato poi sottoscritto dalle parti in causa. L'Ufficiale giudiziario ha poi salutato tutti e se ne è andato via con l'avvocato, l'inquilino e il fabbro.
Sul posto è rimasto il proprietario per fare alcune foto delle condizioni in cui versava l'alloggio, dopo di che ha chiuso porte e finestre dell'alloggio e se ne è andato pure lui.

L'inquilino, nei 20 giorni che gli sono stati concessi per venirsi a prendere la sua roba, non si è fatto più sentire, nè vedere.
Per cui il proprietario ha contattato un rigattiere per fissare un appuntamento con lui ed eseguire lo sgombero del suo alloggio con la mia assistenza.
Il giorno dello sgombero il proprietario e il rigattiere hanno incominciato a svuotare l'alloggio.

Nei cassetti e nei mobili erano rimasti del vestiario, calze, mutande, maglie, scarpe consumate.
Nel frigo in cucina erano rimasti avanzi di cibo, bottiglie di latte, conserve, scatole di medicine avanzate. Negli armadietti del bagno erano rimasti dentifrici, spazzolini da denti, saponette e spugne, preservativi sciolti, stracci, detersivi.

In camera da letto, oltre al letto, comodini, tavoli, guardaroba, cassettoni, un TV color con tubo catodico una antenna TV amplificata da interno e negli armadi tanto altro vestiario in parte ammuffito.

In alcuni cassetti sono state trovate fotografie di una passata vita felice, l'album con le foto del matrimonio, alcune lettere scritte a mano ai famigliari, ai figli emigrati all'estero, vecchi documenti fiscali, vecchie fatture luce e gas non pagate e i relativi solleciti di pagamento insieme a quelli dell'ex proprietario di casa e del suo avvocato, alcune multe e sanzioni per divieto di sosta, oltre a ricordi di una vita un tempo felice e spensierata.

In cucina, oltre al frigorifero, c'era il tavolo con gli armadietti e la dispensa con dentro la pasta scaduta, pentolame, posate, piatti, bicchieri, ecc.
Tutti gli oggetti e il vestiario sono stati messi nei sacchi di plastica neri o azzurri adibiti ai cassonetti dei rifiuti e consegnati al rigattiere.
I mobili più voluminosi invece sono stati smontati pezzo per pezzo, sistemati sul camioncino del rigattiere e portati via.

L'alloggio è rimasto squallidamente vuoto con i muri che riflettevano l'eco della voce. Dell'inquilino più nessuna traccia, i ricordi di una vita consegnati al destino di un rigattiere.