La figura dell'amministratore di condominio

La figura di amministratore di condominio che, secondo l’ALAC, dovrebbe affermarsi ed essere protetta, è quella del Professionista, con un numero di condominii non superiori ai trenta quaranta, che gestisce il proprio lavoro con la diligenza del buon padre di famiglia, così come descritto nel principio del Codice Civile in materia di mandato. Sicuramente, estranea agli interessi dell’associazione, è la grande impresa o il grosso amministratore.

La professione dell’amministratore, infatti, si è affermata negli anni settanta, in occasione del boom economico, fatto che ha permesso a chi, in quel momento, non avesse una scolarità tale da poter esercitare una professione protetta, né sopportare l’impegno di un lavoro dipendente, di trovare terreno fertile per potersi ritagliare una professione, potersi ingrandire, non esistendo, in quel periodo alcuna forma di concorenza, né alcun controllo da parte degli amministrati.

Queste persone hanno creato dei piccoli imperi economici, non basati sulle effettive capacità ma, per lo più sfruttando ( e ciò avviene ancora oggi ) il vantaggio di essere stati i primi.

Attualmente questi professionisti sono diventati imprese, a volte anche dinastie, con la prerogativa di proteggere i propri monopoli, magari attraverso un albo che,da una parte possa sanare le loro posizioni privilegiate, dall’altro, possa dare a loro stessi la possibilità di chiudere le frontiere ai giovani ( non necessariamente dal punto di vista anagrafico), amministratori i quali, peraltro, stanno già facendosi strada grazie alle loro qualità, capacità e conoscenze.

Non basta, infatti, un ufficio attrezzato, al fine di poter affermare di riuscire a gestire centinaia di stabili ; amministrare condomini non si risolve nel compiere una serie di procedimenti contabili; la fase contabile rappresenta solo una parte delle procedure che l’amministratore deve gestire, procedure che necessitano di conoscenze tecniche, ma anche di acquisizioni di pareri tecnici, giuridici e pareri di altre discipline specialistiche, ordine e diligenza nell’istruzione delle pratiche, rispetto delle persone e degli interlocutori, oltre che del proprio lavoro; per questo tipo di attività non serve ostentare cellulari o veloci computer dell’ultima generazione, serve passione, diligenza nel tenersi informati sulle novità, dedizione, umiltà nei confronti degli amministrati, dei tecnici e dei fornitori e, naturalmente, il giusto impiego del tempo dovuto.

Per troppo tempo le assemblee sono state di fatto governate dalla prepotenza e dalla presupponenza di chi si ostentava esperto ma che, in realtà, non solo anteponeva i propri interessi a quelli dei condomini, ,ma agiva a loro danno e a proprio vantaggio, facendo lievitare, grazie ad intrallazzi dovuti proprio alla potenza e, quindi, all’influenza dell’impresa, i costi all’interno delle spese amministrative dello stabile.

Queste imprese sono diventate oggi vere e proprie dinastie, dove le ultime generazioni, per lo più svogliate e più attente all’ostentazione dei propri mezzi economici che all’impegno nel proprio lavoro, stanno cedendo il passo alle NUOVE LEVE DI AMMINISTRATORI INTELLIGENTI E COSCIENZIOSI.

La funzione della nostra associazione, nell’ambito di questo trend, non e quella di diffendere dei privilegiati dagli attacchi esterni, ne’ quella di esercitare un controllo (più o meno effettivo) sulla loro attività attraverso l’applicazione di un codice deontologico (che peraltro l’ALAC possiede) ma quello di rimanere a contatto dei professionisti, conoscerli uno per uno, aiutarne l’attività attraverso servizi associativi di consulenza ed assistenza e attraverso i dovuti convegni e corsi di aggiornamento.

Un’eventuale riforma, pertanto, dovrebbe volgersi nella direzione di un’affermazione di quelle associazioni che non si limitino ad un controllo esterno ma seguano, passo per passo, l’attività dei propri soci e rimangano in simbiosi con loro, piccoli e medi amministratori, che vivono decorosamente del proprio lavoro, con le giuste ambizioni, ma con precise regole di correttezza e diligenza, e non di quelle che tentino di difendere i privilegi di coloro che, forse complici, una parte di condomini (che per la verità sono sempre meno) hanno monopolizzato, fino ad oggi, il mercato.

IL SEGRETARIO NAZIONALE ALAC
Aldo Postani