La privacy fa rima con omertà ?

La privacy ovvero l'omertà promossa ed elevata a legge di Stato.

Ci stiamo rendendo conto come una legge nata per tutelare la riservatezza delle persone, finisce solo per tutelare truffatori, delinquenti e criminali, tutte quelle persone che della truffa e dell'inganno ne fanno una professione.


Se osserviamo, questa legge è l'unica che noi italiani applichiamo fino all'ossessione.

Non si usa più dire "spazzino", ma "operatore ecologico" o addirittura "équipe ecologica".
Non si dice più "disoccupato", ma "in attesa di occupazione".
Allo stesso modo non si dice più "omertà", brutta parola, bensì: "privacy".
Sono termini più puliti e moderni, ma che non cambiano la sostanza delle cose.

Se chiedi informazioni in giro su un aspirante inquilino per saperne qualcosa di più sul suo conto, se paga o meno le spese e l'affitto, nessuno ti dice più nulla, omertà completa, tutti che si trincerano dietro la legge sulla privacy.

E' chiaro che se uno, per esempio, è un pervertito o un pedofilo, ha tutto l'interesse che in giro non si venga a sapere delle sue tendenze sessuali per poter continuare a perpetrare un crimine, indisturbato e quindi gli torna molto comoda una legge di questo tipo.

A farne le spese
sono le persone oneste, quelle che non hanno nulla da nascondere e che della privacy se ne fanno un baffo.


Ecco cosa ci è successo
: il nostro avvocato ci ha chiesto se potevamo informarci presso l'anagrafe del Comune, su dove si era trasferito un nostro inquilino moroso (una primula rossa dell'affitto) al quale doveva notificare un atto. All'ufficio anagrafe questa informazione non ce l'hanno voluta dare per via della legge sulla privacy appunto, sebbene l'avvocato ci aveva garantito che l'avrebbero dovuta dare. A nostro avviso, è l'omertà più infima che trionfa, camuffata con un nominativo più moderno.

Si trattava in fondo di sapere se questa persona era ancora residente nel Comune o in quale Comune si era trasferita al solo fine di comunicare l'informazione all'avvocato il quale avrebbe sbrigato la pratica più velocemente evitandogli ulteriori perdite di tempo. Ma niente da fare. L'impiegata non ha voluto saperne di darci questa informazione. Noi non chiedevamo mica di che religione era il nostro inquilino. Anzi, l'impiagato addetto ci ha risposto che dovevamo venire con una richiesta scritta del nostro avvocato su carta intestata. Oppure richiedere un certificato di residenza in bollo da L.20.000. Ma allora la legge sulla privacy e quindi l'omertà cade di fronte alla carta bollata da lire 20.000. E' una ipocrisia.

Ecco le conseguenze di questa legge che, a nostro avviso, per ignoranza, viene male applicata: truffatori e delinquenti se la ridono, invece il cittadino che cerca di difendersi da truffe e inganni viene beffato.

Non c'è da meravigliarsi più di tanto, visto cosa è successo con Tangentopoli, dove molti esponenti politici sono finiti sotto inchiesta, se il Governo ha avallato una legge che rende più difficile al semplice cittadino reperire informazioni su persone che non danno affidamento o in odore di truffa.

La pazzia