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Cresce il rischio di fallimento, in particolare delle imprese edili di costruzione


22.04.11

Compravendita Immobiliare. Cresce il rischio di fallimento, in particolare delle imprese edili di costruzione.

Fallimenti, dati choc. In bancarotta undicimila aziende; Il 2011 si preannuncia come il 2010 ?

Il fenomeno è addirittura cresciuto mediamente del 20 % rispetto a due anni fa. Colpito in particolar modo il settore delle costruzioni. Sui tassi di insolvenza il "disastro" lombardo trascina tutto il Nord Italia.

Non si ferma la "strage" di aziende italiane. Anche nel corso del 2010 è continuato a crescere il numero di società che hanno dichiarato fallimento: l' anno scorso sono state undicimila, con un incremento del 20 per cento rispetto al 2009 (che già aveva denunciato un più 25 per cento rispetto alla stagione precedente).

Si tratta del dato più elevato da quando, nel 2006, è stata riformata la disciplina dei fallimenti, così come risulta dai dati forniti dall’Osservatorio crisi d' impresa di Cerved Group.

A testimonianza di come la coda della crisi stia colpendo le aziende che hanno provato a reagire, ma che ora si sono dovute arrendere di fronte a una ripresa dei consumi che tarda a venire. Ma è il settore delle costruzioni a brillare in negativo per il secondo anno consecutivo, con un sensibile incremento delle procedure di fallimento pari al 15%.

Così come nel 2009, sono sempre le regioni del Nord a guidare la classifica delle aziende che hanno dichiarato bancarotta: le procedure sono aumentate del 21,5% nel Nord-ovest, del 20,9% nelle regioni del Centro e del 18,4% nel Nord-est. A preoccupare maggiormente è il livello del tasso di insolvenza nelle regioni settentrionali: è arrivato a 23,8 nel Nord-ovest, soprattutto a causa del peso della Lombardia, la regione con il maggior numero di fallimenti (oltre 4mila negli ultimi due anni).

Conclusioni: l'aumento esponenziale delle insolvenze deve indurre il compratore cauto che intenda prevenire possibili sorprese legate a revocatorie fallimentari od ordinarie, ad eseguire una attenta valutazione preventiva dello stato patrimoniale del venditore e degli eventuali indizi di insolvenza a suo carico facendosi rilasciare dal venditore medesimo una autorizzazione a fornire informazioni commerciali su di Lui , indirizzata ai terzi (banche etc.).Diversamente si rischia che il terzo chiamato a fornire dette informazioni , eccepisca l'impossibilità di riferirle

Ennio Alessandro Rossi, commercialista
esperto problematiche immobiliari
www.realessandro.it




In effetti la situazione sul piano economico è grave. Noi proprietari ce ne rendiamo conto dal fatto che molti inquilini e condomini sono morosi. La crisi fa crescere il tasso di morosità non solo delle imprese di costruzione, ma anche dell'indotto edilizio in generale. Ci ritroviamo con tante persone che fanno fatica a pagare le spese condominiali, per non parlare delle rate del mutuo o dell'affitto.

Bisogna anche dire che nelle spese condominiali ci finisce tanta burocrazia, per esempio l'obbligo di certificazione energetica a discrezione delle Regioni è l'ultimo arrivato. Ma ben prima abbiamo avuto modo di osservare la trasformazione dei condomini in sostituti d'imposta. Ciò comporta un ulteriore aggravio di spese per i condomini e le imprese, perché ora sia le imprese che gli amministratori si rivolgono ai commercialisti per espletare tutte quelle pratiche relative alla redazione del 770, al versamento della ritenuta d'acconto e relativa certificazione. Oneri che vengono alla fine caricati e distribuiti sui condomini che si vedono lievitare le rate di spesa da versare all'amministratore.

C'è da chiedersi: ma chi ce lo fa fare di tenerci la proprietà, se questa diventa solo più un fastidio e una schiavitù?

Di Staff del 22.04.11 16:30


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